Senza parole

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Lee Friedlander, Peter Exline, Spokane, Washington, 1970

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[av_tab title=’Commento #1′ icon_select=’yes’ icon=’ue83b’ font=’entypo-fontello’]
Nel saggio intitolato “Senza parole” si spiega come l’assenza dell’autore sia fondamentale per la poetica flaubertiana di Walker Evans, mentre è evidente come – a parità di iconografia – Friedlander imprima e includa il proprio Ego in ogni immagine. L’errore per l’uno è la deliberata visualizzazione per l’altro. Friedlander inoltre tipizza alcuni temi che in Evans erano puramente ricorsivi (monumenti, strade, macchine, ritratti, interni).
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[av_tab title=’Commento #2′ icon_select=’yes’ icon=’ue83b’ font=’entypo-fontello’]
Per il mondo duplice interno-esterno di Eugene Atget, Friedlander moltiplica un Io riflesso e trasparente, traslucido, oscuro: l’ombra impassibile che gioca con specchi, pubblicità di macchine fotografiche, cornici, riquadrature e schermature. Atget era nella collezione di Evans.
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[av_tab title=’Commento #3′ icon_select=’yes’ icon=’ue83b’ font=’entypo-fontello’]
Frank rimescola lo sguardo freddo di Evans con una ipersensibile deriva esistenziale. Il suo stile on the road (un nobody shot) porta un elemento nuovo nel ripensamento evansiano di Friedlander. Quest’ultimo trasforma infatti la ripresa da etnografica in soggettiva. Gli schermi tv che popolano lo homescape degli Americans sono come un coro greco in un viaggio coast-to-coast.
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[av_tab title=’Commento #4′ icon_select=’yes’ icon=’ue83b’ font=’entypo-fontello’]
Altra citazione evansiana che suona pedante solo ai disattenti. Se l’impianto è straordinariamente simile, riprendendo i pattern e le drastiche bi/trisezioni verticali dell’immagine, non sfugga la lettura a chiave. Sul fondale abbacinante dell’Alabama per Evans i pali ci stanno per portare inchiodati i numeri delle motorways per dove transiterà il New Deal. Questo non basta più a Friedlander: il paesaggio è lui stesso: la verticale scura sul polverulento West porta inchiodata la targa “LEE AV”. Visivamente accuratissimo e formalistico calco, l’immagine invece opera visualmente una rimozione, uno svuotamento del senso originario. E, puntuale, l’autoritratto è servito.
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